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Recensione Cooler Master MasterCase H500P

Che ci fa qui, a gennaio 2018, la recensione del Cooler Master MasterCase H500P uscito mesi fa? Ce l’hanno portato. Sapete quando tutti vi sconsigliano una cosa ma voi vi fissate e volete solo quella? Nonostante l’H500P sia universalmente sconsigliato, anche da chi gli ha comunque assegnato degli awards, il design ha un suo peso e a volte diventa determinante. Così un nostro amico l’ha comprato e ce l’ha portato insieme agli altri componenti, per assemblare un nuovo PC. Rispetto a quanto già letto in rete, sentivamo di poter aggiungere qualcosa e questo è il motivo della nostra breve recensione.

Non sembra un Cooler Master

[section label=”Materiali”]L’impressione avuta sin da subito è che il Cooler Master MasterCase H500P sia un rebranding o un prodotto affidato in outsourcing. Sicuramente non sarà così, però ci sono molti piccoli difetti, dimenticanze, distrazioni, che nessuno si aspetterebbe di trovare in un case messo sul mercato da un brand con l’esperienza di CM. Prendiamo l’argomento plastiche. Ci è capitato di trovare plastiche di scarsa qualità anche su case da 200 euro. Ma in quel caso si parlava di scarsa qualità rispetto ad altri case della stessa fascia. Le plastiche di questo case non sono scadenti per questa fascia, sono scadenti per qualunque fascia e non si trovano neppure sui chassis da 30 euro. Sono un incrocio tra quelle che usava l’Olidata una decina di anni fa e le custodie dei cd. Anche la delicatezza è da custodia di cd: gli inserti trasparenti si graffiano facilmente e i tasselli a incastro vanno maneggiati con cura.

I difetti di costruzione

gap Cooler Master MasterCase H500P
Al buio si notano subito

[section label=”Difetti”]Il Cooler Master MasterCase H500P “si chiude ma non si chiude”. Quello sul vetro è un fermo a forma di vite, non una vite. Va girato verso destra per aprirlo. Non forzate verso sinistra, come sarebbe naturale, perché la vernice (di tutte le parti metalliche) viene via con un niente. Essendo semplicemente un fermo, fa gioco e non mantiene il vetro aderente al case. Degli spazi sono anche presenti sui lati degli inserti trasparenti, nonostante questi siano stati saldati alla struttura plasticosa. I tasselli a incastro del top e del fronte sono lì per bellezza, fanno gioco e basta un niente per staccare i due pannelli. Il fastidio c’è quando si pulisce a terra e si ha quindi necessità di spostare il case, che verrà via a pezzi, oppure quando il sistema lavora a pieno carico, perché i pannelli traballano e il rumore aumenta. Un piccolo fix consiste nell’avvolgere un po’ di nastro isolante intorno ai pioli, in modo da aumentarne lo spessore. Non bisogna aumentarlo troppo, altrimenti si spezzano alla prima pulizia.

Sembra talco ma non è

[section label=”Polvere”]Tornando agli spazi, qualcuno ha scritto che da lì entra polvere: noi crediamo sia un problema soltanto in presenza di un pessimo flusso d’aria che genera il vuoto dentro il case, con l’effetto risucchio. In quegli spazi non casca più polvere rispetto a quanta non ne attirino le ventole. Polvere che invece può essere un problema sulle griglie. Quelle sul top hanno un’inclinazione totalmente errata, che favorisce il deposito della polvere. Stesso problema per la piccola sulla parte alta del frontale. Sempre sul pannello frontale, ma in basso, è presente un’altra griglietta disgraziata che si servirà direttamente della polvere depositata a terra. Ciò detto, la manutenzione è per forza di cose maggiore rispetto a un case con meno trasparenze. Le griglie sono muniti di filtri antipolvere, filtri odiosetti. Consigliamo di lavare i pannelli sotto la doccia, perché si fa prima e si evitano spiacevoli incidenti (abbiamo già scritto che le plastiche sono delicate?).

La leggenda del flusso spezzato

[section label=”Airflow”]Aggiungere due grandi ventole da 20 cm sul pannello frontale e poi piazzarci un inserto chiuso, di plastica, sembra una gigantesca idiozia. E lo è sembrato a tutti, anche a noi sin dai primi video. In realtà quelli di Cooler Master non sono poi così rincretiniti… Il problema reale è che il pannello sarebbe dovuto essere un po’ più profondo. Se la distanza tra le ventole e l’inserto fosse stata maggiore anche di solo mezzo centimetro e se le griglie laterali fossero state un po’ più ampie, il flusso sarebbe stato migliore. È un difetto tale da far schizzare la temperatura alle stelle? No, non lo è. La differenza con altri case nella stessa fascia di prezzo, apparentemente meno chiusi, è minima. Le ventole sono enormi e per quanto castrate dal pannello, rendono quanto quelle più piccole di cui è dotata la concorrenza. E c’è meno polvere qui che su molti grigliati.

Cattivo design

Troppo difficile centrare le ventole?
[section label=”Design”]Se all’esterno il Cooler Master MasterCase H500P fa la sua bella figura, all’interno torna il senso di rebranding. Alcuni fori non sono allineati e si fa fatica ad avvitare i componenti. C’è poco spazio tra la parte alta, interna, e la ventola sul retro. Questo crea due problemi: il primo con i radiatori a 3 ventole, o a 2 non slim, e il secondo con alcune soluzioni pensate per le RAM. È possibile montare un radiatore sulla parte frontale ma sarebbe inefficiente, poiché le 2 ventole da 20 non generano un airflow ideale per il radiatore. Mal posizionati anche gli slot verticali per la VGA. Molti marchi non personalizzano le VGA, limitandosi a porre il logo sulle schede di Nvidia e AMD. Altri, come EVGA e MSI, propongono invece delle soluzioni originali e il circuito stampato è solitamente più largo. Queste VGA non sono utilizzabili, in verticale, in presenza di un dissipatore ad aria montato sulla CPU. Con questa soluzione, inoltre, sarebbe scarso lo spazio tra il dissipatore e il pannello laterale. Sintesi: montare in verticale solo in caso di sistema a liquido su CPU e GPU.

Assemblaggio

[section label=”Assemblaggio”]Assemblare un PC con questo case non è stata un’operazione rapida. In controtendenza rispetto ai case modulari della concorrenza, CM ha ridotto ai minimi termini la componente toolless. Ci sono decine di viti da svitare e avvitare. E fa sorridere pensare che questo punto sia stato oggetto di critiche, perché di fatto interessa soltanto chi assembla PC per lavoro, dovendo smontare e rimontare più unità. Per gli altri è una pratica che si fa una sola volta, al massimo due, sullo stesso case. Le operazioni di normale manutenzione sono (fin troppo) toolless e rapide da svolgere. Passare un po’ di tempo in più ad assemblare il PC nuovo di zecca è un piacere e non una rottura di scatole.

Cable management

[section label=”Cable management”]Altra controtendenza la si nota nel sistema di gestione dei cavi. Abbiamo pochi spazi attraverso i quali far passare i cavi ma, sul retro del vassoio della mobo, tanti punti di appoggio per le fascette. Perciò quasi tutto dovrà convergere dentro le tre grandi asole gommate (la gomma è ben ferma, non si stacca tirando i cavi). La barra, a destra delle asole, non è scorrevole e non può quindi essere spostata per coprire le asole. Le sue funzioni sono due: con mobo E-ATX i cavi possono passare di là (anche perché le asole sarebbero coperte) e aumenta leggermente lo spazio sul lato destro del case. Questa barra infatti è concava, perché? Perché sul fianco destro abbiamo due cover: una per la zona CPU e l’altra per la zona asole. Lo spazio di 2,5 cm è quindi più ridotto in alcune zone e meno dove c’è la barra. Anche se quel fianco resta coperto e l’ordine dato dalle cover non sarà più visibile, vedere cotanta pulizia prima di chiudere lo sportello è una soddisfazione! Inutile sottolineare che si presta tantissimo a mod in stile industrial e cyberpunk.

Il controller non è incluso e non ci sembra una mancanza grave, perché le nuove mobo lo hanno integrato. Non avrebbe senso spendere 150 euro su un case e poi montarci una scheda madre datata.

Le altre note positive

[section label=”Lieto fine”]Sul top del Cooler Master MasterCase H500P, o meglio: sotto il top, è presente un ottimo modulo per l’installazione di – eventuali – ventole da 120 o 140mm. Rimuovendo questo modulo si possono installare anche ventole più grandi. Sulla parte bassa del fianco sinistro troviamo invece due cover, anch’esse removibili, funzionali per l’occultamento dell’alimentatore e dell’alloggiamento di due hard disk (pochini). Sulla cover dell’alimentatore è possibile installare altri due SSD, nel caso non fossero sufficienti i due spazi posti sul retro del vassoio della mobo. Infine segnaliamo che il vetro temperato è leggermente oscurato, particolare gradito perché permette di pulirlo con minor frequenza.

L’H500P oggi costa 159 euro, troppi, ma proprio la presenza di tanti piccoli difetti facilmente fixabili potrebbe portarlo a una sostanziosa riduzione di prezzo. Vale la pena tenerlo d’occhio!

Conclusioni

Dopo quanto letto all’uscita, le nostre aspettative nei confronti del Cooler Master MasterCase H500P erano estremamente basse. Scherzando, abbiamo parlato di rebranding, per via della qualità del prodotto finale. In maniera più seria: il disallineamento di alcuni fori, i falsi bottoni sul pannello dei comandi, la qualità dei materiali e, più in generale, della costruzione, sono indizi che puntano verso una produzione precipitosa con annesso taglio dei costi. I difetti presenti sono facilmente risolvibili con qualche piccola modifica che ognuno può fare. Al prezzo attuale può non valerne la pena ma dovesse scendere intorno ai 100 euro sarebbe l’affare dell’anno.

OK

  • Design
  • Modularità
  • Le ventole incluse sono ottime
  • Si torna a fare un gran uso del cacciavite

NO

  • Qualità costruttiva
  • Solo un modulo per 2 HDD da 3.5
  • Ancora le porte USB 2.0 (sic!)
  • Non include né il riser PCI-e né altro sistema per evitare il sagging
  • Si torna a fare un gran uso del cacciavite

Voto 73/100

Cooler Master MasterCase H500P
Cooler Master MasterCase H500P
Cooler Master MasterCase H500P
Cooler Master MasterCase H500P
Cooler Master MasterCase H500P
Cooler Master MasterCase H500P

Di Recensioni Vere

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