Come funziona?

Quando vogliamo acquistare un prodotto, tutti noi cerchiamo online dei pareri a riguardo. Ma come funzionano le “recensioni degli esperti”?

Tra prestiti e caparre

In Italia i prodotti da testare possono essere forniti direttamente dal marchio oppure attraverso società di marketing. Il passaggio avviene spesso dopo aver firmato un’impegnativa o fornito i dati personali (bancari) della persona responsabile.

A cosa serve? Semplice: a rispondere dei danni. Difatti tutti i prodotti dei marchi più conosciuti (Intel, Sony, AMD, Canon, Logitech, Nvidia, etc.) sono forniti alle redazioni in comodato d’uso per un periodo molto breve (solitamente 15 giorni!) e devono essere restituiti integri. Se il prodotto subisce dei danni (magari involontari o era difettoso di suo) si va dalla sospensione del rapporto fino alla sollecitazione al pagamento del prodotto guasto. In alcuni casi si richiede l’accantonamento di una certa somma in modo preventivo (la caparra!), così da prelevare direttamente l’importo.

Sui brand cinesi è l’importatore, o comunque una terza parte, a fare i contratti. Emblematico è il caso che ha visto tutti i monetizzatori vedovi di Huawei finire adottati da Xiaomi.

I prodotti sono sempre prestati? No. Quando si aderisce a un programma di sponsorizzazione, il pagamento può essere l’oggetto stesso. Oggetto che finirà all’asta su eBay e per questo deve comunque restare integro.

Prendete il vostro sito di recensioni medio/piccolo preferito, guardare gli ultimi prodotti recensiti e poi cercateli su eBay (e su app di aste). Troverete centinaia di redattori che vendono regolarmente ciò che recensiscono. Naturalmente tutti i prodotti sono “pari al nuovo” e “usato pochissimo” (sic!).

Una parte di quanto ricavato da queste vendite è reinvestito per gonfiare i profili social. Quante volte avete pensato: «Ma questo è un cre#@£””! come fa ad avere tutto questo seguito?!», li paga. Bastano pochi euro per fare buoni numeri. Non lo diciamo noi ma lo Strategic Communications Centre of Excellence della NATO.

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Quello che possiamo testimoniare noi è che i social restringono la visibilità appena l’algoritmo “intuisce” che vuoi promuoverti. Iniziano a non vederti nemmeno i follower e, frustrato, finisci col cedere e pagare l’inserzione. Questa vera e propria truffa è arrivata vicino al culmine ormai, perché danneggia direttamente l’utenza: cerchi un gioco e trovi video dove spremono punti neri.

Ma torniamo ai nostri esperti col prodotto in comodato d’uso. Per non rischiare di danneggiarlo devono usarlo poco e niente. Ed è il motivo per cui un prodotto promosso a pieni voti da un coro di esperti e influencer poi presenta gravi falle nelle mani di consumatori rabbiosi.

Più libere sono le testate di grandi dimensioni, dove non rischia direttamente chi recensisce. Però lì c’è l’altro problema che deriva dalle entrate pubblicitarie: nessun marchio investe dove lo si boccia. Cosa che, oltre a influenzare le testate, mette al muro i teleimbonitori moderni ché vivono proprio di sponsorizzazioni e non di visualizzazioni.

Metodologie di non-test

Insomma è come dover presentare un tostapane senza poterci cuocere nemmeno un toast. Si accende l’apparecchio: “bene, funziona”; si mette la manina vicino per vedere se scalda e poi finisce lì, perché l’annerimento interno non lo eviti, come non eviti quella briciola che immancabilmente finirà sul fondo senza che ci sia modo di farle fare il percorso inverso. Lo spegni, passa il corriere e un altro esperto accenderà quello stesso tostapane alle stesse condizioni. 

Capite bene che testare un prodotto così diventa una presa in giro verso i lettori che con fiducia si affidano al parere di chi, presumono, abbia provato a fondo il prodotto di cui parla.

Mentre a volte non c’è neppure la prova superficiale, ci sono soltanto le foto e la recensione è un miscuglio di traduzioni (vi basti pensare a quanti parlano di schede video “discrete”, sic!) e contenuti generati da ChatGPT.

RecensioniVere è differente

RecensioniVere non pubblica veline di marketing e non testa prodotti “prestati”.

Dal 2009 ogni prodotto è testato a fondo e in alcuni casi per un periodo di tempo che supera abbondantemente i 30 giorni (non abbiamo l’ansia di arrivare primi). Se una scocca scricchiola, vogliamo vedere se finisce pure per spaccarsi dopo una caduta.

Quando testiamo un componente, vogliamo vedere se regge in condizioni non ottimali o se sprigiona la sua nuvoletta di fumo. E questo lavoro lo vedete nelle recensioni pubblicate: clip rotte, schermi guasti, mouse di cristallo, cuffie da riparare, alette di dissipatori spezzate, etc.

Tendiamo inoltre ad aggiornare le recensioni dei prodotti finché li utilizziamo, anche dopo anni. Perché è giusto che chi si trova ad acquistarlo quando cala di prezzo trovi un articolo aggiornato su eventuali carenze o migliorie saltate fuori con l’utilizzo quotidiano.

Il ritorno dell’investimento, all’estero

All’estero quasi nessun marchio utilizza la formula del “comodato d’uso” e i prodotti inviati restano nella disponibilità del recensore. Il ragionamento lì è sul ritorno dell’investimento. Il brand non “regala” il prodotto per ammorbidire il recensore (ci sono le sponsorizzazioni per quello) ma investe sul recensore.

Cerchiamo di spiegarlo in maniera più semplice… Facciamo finta che RV produca schede video. Abbiamo una scheda video da 600 euro e pensiamo sia molto valida, così decidiamo di investire quei 600 euro – il valore della scheda – in un influencer che produce contenuti di qualità.

Se quell’influencer la penserà come noi, oltre a parlarne bene, produrrà altri contenuti con la nostra scheda, citandola in occasioni diverse. Avremo così speso una cifra ridicola – 600 euro – rispetto a una campagna pubblicitaria standard, raggiungendo lo stesso numero di visitatori/visualizzazioni. Perché sì, molti PR si basano ancora su visitatori e visualizzazioni, come 20 anni fa.

Questo è anche il motivo per cui all’estero è difficile che i recensori vendano l’hardware su eBay, essendo loro utile anche per la creazione dei contenuti futuri. Per noi il discorso è simile, perché vogliamo dirvi se presenta dei difetti dopo mesi/anni.

Alcuni brand prevedono anche per il mercato italiano uno stock di unità da investire ma da noi su 100 unità magari ne girano solo 30 e 70 spariscono per magia. La stessa magia che avete visto con i press kit qui sopra. Provate a scrivere qualche critica a Starfield dopo che vi han spedito un kit limitato rivendibile a oltre 500 euro :))

Prodotti selezionati

Alcune testate e alcuni influencer si focalizzano su una categoria specifica di prodotti. Per esempio recensiscono solo telefonini, solo alimentatori per PC, solo portatili, etc.

I prodotti inviati a questi partner sono selezionati, cioè di qualità leggermente migliore rispetto a quelli in commercio. Si chiama “cherry picking” e ne abbiamo parlato qui.

Per questa ragione alcuni piccoli difetti, come per esempio un fischio in cuffia o un telefono gracchiante, possono essere difetti comuni, riscontrati anche da noi e da testate molto più grosse (che a volte acquistano in negozio i prodotti), però non vengono dichiarati dai recensori che hanno ricevuto il campione gratuito. In quel caso non è malafede di chi ha testato il prodotto: il suo era perfetto semplicemente perché era stato selezionato e pre-testato!

La visibilità gratuita

Altro motivo per parlare molto bene di un prodotto recensito è la visibilità gratuita. Spessissimo i brand utilizzano stralci di recensioni per promuovere i propri prodotti. Nei videogiochi uno degli esempi ricorrenti è quello di rockpapershotgun.com che spesso si contraddistingue per le sue frasi ad effetto, puntualmente riprese dai publisher. Senza dimenticare i recenti cambiamenti apportati da Steam con l’inserimento dei video presi da YouTube. Nessuno selezionerà dei video critici e conviene parlare molto molto bene del gioco per sperare di finire tra i video selezionati.

Ogni prodotto è quello dei sogni, quello più atteso, quello che ha rivoluzionato qualcosa, ridefinito un concetto e bla bla bla. Non sappiamo, al giorno d’oggi, quanti ci caschino ancora ma sono diversi decenni che funziona così.

edit: Nel 2022 Steam ha vietato di inserire le frasi a effetto nelle immagini di presentazioni dei giochi :)

Le recensioni degli acquirenti

Anche senza conoscere bene il funzionamento di questo mondo, molti acquirenti potenziali cercavano sul web le opinioni di chi il prodotto lo possedeva già. Diciamo che la credibilità, delle testate prima e degli influencer poi, ha sempre vacillato molto quando era il momento di tirar fuori i propri soldi.

Campagne virali e keymailer

I produttori (+ i distributori) lo sanno bene e per questo organizzano campagne virali utilizzando semplici consumatori. Alcuni esempi sono gli smartphone da 400 euro offerti a 130 in cambio di recensioni su blog, social, forum specifici e negozi online. Sui forum di grandi dimensioni, i guru di sezione erano contattati privatamente dai PR per proficui scambi. Oggi i “forum” sembrano quasi spariti ma hanno semplicemente cambiato forma, sono le grandi community e i gruppi su Telegram.

Lato videogiochi PC, su Steam non è obbligatorio precisare che il gioco è stato ricevuto gratuitamente. Molti curator e “recensori seriali” si propongono per avere chiavi gratuite in cambio di recensioni positive, proprio come qualsiasi altro “creatore di contenuti”. Ci sono siti specializzati nel distribuire chiavi per questi scopi: PressEngine, Woovit, Terminals, Keymailer, etc. 

E sugli shop come Amazon? Funziona quasi allo stesso modo. Lì si tende a influenzare il lancio, avendo a disposizione quella decina di recensioni positive che possano spingere migliaia di consumatori ad acquistare il prodotto nella prima settimana.

Dopo quel periodo arriveranno le prime recensioni genuine, troppo numerose per essere condizionate. Questo vale per i prodotti dei marchi più noti, che sono venduti e spediti da Amazon e non da un distributore.

Più inserzioni dello stesso prodotto

Il metodo usato sui portaloni cinesi (Wish, Temu, AliExpress, etc.) e purtroppo consentito anche su piattaforme come Amazon.

Quando un prodotto riceve troppe recensioni negative, si azzera la disponibilità in modo che quella pagina prodotto scompaia nel nulla. Poi si crea una nuova pagina, per lo stesso prodotto, e si ripete il giochino. All’infinito.

VINE e Influencer

Un modo semplice per identificare i prodotti sponsorizzati è notare se le recensioni provengono da appartenenti all’Amazon Influencer Program o se è gente a cui viene consentito di scrivere (in recensione o su foto e video) riferimenti al proprio sito web/profilo social. Dove la moderazione è più morbida, per esempio nella sezione libri, ora farete caso al fatto che è molto frequente imbattersi in queste recensioni brandizzate.

Altra vulnerabilità su Amazon è il misterioso programma VINE, Esso non obbliga in alcun modo a recensire positivamente i prodotti ricevuti, eppure sono quasi sempre recensioni positive. O Amazon ha un particolare riguardo a inviare gratuitamente solo i migliori prodotti della galassia o chiude un occhio sul fatto che il programma venga usato per ottenere la botta di recensioni positive.

Il fattore umano

Su Amazon e altri grandi store online, inoltre, il supporto non è prestato solo da madrelingua ma anche da gente misteriosamente messa lì a rispondere a una lingua che non comprende. Oltre a gente che può andare a modificare liberamente ciò che non comprende.

Parliamo di supporto all’utenza e anche di quello ai venditori/distributori. Leggete questi due feedback a venditori terzi, su Amazon:

È palese che le recensioni non fanno riferimento alla logistica Amazon ma sono state semi rimosse (a volte la rimozione è totale) ugualmente. Segno evidente di abuso da parte di venditori/distributori che si interfacciano non con Amazon IT ma con UK/FR/DE e intorbidiscono le acque per ottenere la rimozione.

La parte dei feedback resta spesso visibile e alla fine, da acquirenti accorti, possiamo comunque farci un’idea. Le recensioni dei prodotti invece sono rimosse in via definitiva e non visibili.

È successo a tutti di vedersi rimuovere qualche recensione su Amazon senza che questa avesse minimamente infranto le policy. Sapete bene che non viene mai fornita una motivazione e, ultimamente, le rimozioni non sono neppure più notificate via email. Spariscono e basta. Questo è un problema annoso che ha spinto tanti a non scrivere più.

Fintanto che non si mostrerà il rispetto dovuto nei confronti dei clienti che dedicano tempo a scrivere recensioni, motivando le censure e semplificando il ricorso alle decisioni, le recensioni resteranno fondamentalmente inaffidabili.

Feedback o recensioni?

Noi le chiamiamo recensioni ma quelle degli acquirenti sono dei feedback. Il singolo acquirente non è per forza un esperto. Facciamo spesso l’esempio con pennarelli e matite colorate economiche: hanno migliaia di recensioni positive. Queste mica sono tutte false! Semplicemente accontentano il target principale: genitori che vedono contenti i loro bimbi quando usano quei prodotti. Se a un bambino piace colorare e gli regali un set da 500 matite prese a 50 euro, la recensione della mamma o del papà non terrà conto di tecniche, specifiche, pigmentazione, etc.

Lo stesso si può dire per i dispositivi elettronici. Posso apprezzare tantissimo uno smartphone semplicemente perché arrivo da uno che ha 5-6 anni alle spalle e mille problemi. Un altro può disprezzare lo stesso smartphone perché veniva da uno più performante preso solo un anno prima.

Questo vale per tutti i prodotti. Se compro una penna per regalarla, non è detto che chi la riceve mi riporti i difetti riscontrati. Anzi è altamente probabile che mi dica: “Penna fantastica! Grazie!”, prima di chiuderla per sempre in un cassetto. E io magari scriverò la recensione: “Penna fantastica!”. Non è una recensione falsa, pagata, stimolata, disonesta. Sarebbe un feedback come tanti, un feedback da prendere per questo con le pinze.

Di chi fidarsi, quindi?

Orientarsi quando c’è da prendere la decisione finale sull’acquisto sta diventando sempre più difficile. Presto, con i bot gestiti dall’IA, sarà anche peggio.

Come facciamo a regolarci noi di RV quando acquistiamo?

Sui prodotti di fascia bassa, prendiamo in considerazione solo quelli che hanno decine di migliaia di recensioni, valutando sia quelle degli store italiani che quelle sugli store stranieri. Principalmente amazon.com e newegg.com.

Per i prodotti di fascia superiore andiamo a spulciare i forum e i video su Youtube. Nei forum e nelle community ignoriamo le opinioni dei guru, concentrandoci sulle opinioni degli iscritti con pochi post, generalmente utenti che si erano affacciati per leggere l’opinione e poi hanno riportato la loro dopo l’acquisto. Diversi marchi inglesi mantengono forum d’assistenza, fare un giro lì è sempre utile!

Con i video e i post social è molto difficile farsi un’idea perché comunque gli algoritmi social premiano la stupidaggine e premiano la polarizzazione: hater o fanboy.

Un ulteriore aiuto è il sito ReviewMeta, che analizza i flussi di recensioni Amazon e i loro autori. RM è consigliabile usarlo con i link presi da Amazon.com, perché non sempre digerisce i .it.

Una valida alternativa è https://www.fakespot.com/ con tanto di plugin per browser. Al momento è meno affidabile di ReviewMeta.

Quando questi siti/plugin abbassano il punteggio non significa per forza che le recensioni sono comprate. L’analisi va a vedere se ci sono delle manipolazioni: rece rimosse, gente che lascia solo rece positive, utenti che su 10 rece 8 sono dello stesso brand, etc.

Su Amazon è molto importante anche la possibilità di ricorrere alle domande agli acquirenti.

Digitando la domanda nella barra sotto “Cerchi informazioni specifiche?” sarà possibile inviarla ai reali acquirenti del prodotto. Importante formularla bene per evitare di ricevere dei “Non lo so, non l’ho usato, non era per me, non ricordo”. Esempio di domanda posta bene: “Domanda rivolta solo a chi lo usa da più di 3 mesi: vi trovate bene? Si pulisce facilmente? Grazie anticipatamente!”.

Speriamo che questa piccola guida vi sia stata utile, buoni acquisti!

Update:

Ci segnalano questo bel video di UserBenchmark: Users vs Brands

(Ultima modifica RV febbraio 2024)