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YAMAHA POCKETRAK CX

YAMAHA POCKETRAK CX: Nonostante l’ampia diffusione di telefonini tuttofare e di videocamere, più o meno piccole, con buona qualità audio-video, ci sono occasioni in cui è ancora molto importante avere il caro vecchio registratore vocale. Che siate studenti, professionisti, amanti del video-editing, investigatori privati o aspiranti spie, il registratore vocale diventa presto un fido ed insostituibile compagno d’avventure. Nella scelta di un registratore, ci vengono spesso proposti o modelli piccoli, economici, ma performanti quanto un lettore MP3 di fascia inferiore, oppure dei veri e propri mattoni da lasciare sul banco e che richiedono una borsa o un marsupio per portarseli dietro. Per venire incontro a chi ha esigenze di mobilità, senza rinunciare troppo alla qualità dell’audio, Yamaha propone due registratori tascabili: il Pocketrak 2G ed il Pocketrak CX di cui ci occuperemo oggi.

L’estrema lucentezza della confezione anticipa quella del prodotto stesso. Come noterete dal video pubblicato qualche giorno fa, sia la scatola che il registratore riflettono qualsiasi cosa, ed è stato abbastanza difficile, per dei compatto-muniti, fare delle foto che fossero nei limiti della decenza. Perché parto da questo fattore e non dal contenuto? Perché questo fattore è stato per me, come penso per molte altre persone che hanno avuto prodotti rifiniti di nero lucido, importante nel far scattare delle remore pre-acquisto. I prodotti così rifiniti, sono in genere delle vere e proprie calamite  per polvere ed impronte digitali sempre in evidenza. Chi ha avuto il primo iphone, una tv o monitor con cornice lucida ed altri prodotti simili, sa di cosa sto parlando. E’ una finitura senza dubbio molto bella ed elegante, però fa sempre dannare quando le superfici non vengono trattate adeguatamente.
Fortunatamente, come potete constatare dalla foto in alto, la polvere non viene “calamitata” né si nota particolarmente. Lo stesso discorso vale per le impronte digitali, nella stessa foto ce ne sarebbero due, ma – ad occhio nudo come in foto – non si vedono. Tolto il pensiero prettamente estetico, passiamo al contenuto della confezione.

Ad accompagnare il registratore abbiamo: un paio di cuffiette stereo, la protezione antivento di spugna, una microsd da 2gb, il cavo dati USB, un manuale multilingua, il dvd col software CUBASE AI4, un adattatore per l’aggancio alla staffa da microfono, la custodia in velluto ed una batteria di tipo AA della Eneloop. Dotazione apparentemente abbondante.

 

Le cuffie sono buone, ma non fanno gridare al miracolo (anche per colpa di un uscita cuffie discreta). La protezione antivento è di quelle economiche, utilizzata anche in una parte delle registrazioni pubblicate all’interno del video, ditemi voi se riuscite a capire quale (e quindi a notare la differenza). La microsd, visti i prezzi ridotti, poteva almeno essere da 4gb. La custodia è di quelle in velluto che si usavano una volta per gli occhiali, protegge solo dalla polvere. Manca un laccetto per evitare la caduta accidentale e… ehi! Manca proprio l’aggancio per il laccetto! Stentavo anche io a crederci, ma è proprio così, manca un supporto a cui poterne allacciare uno. Se poi siete giornalisti e dovete fare i conti con equilibri precari, spinte e gomitate nel raccogliere dichiarazioni, conviene usare il vecchio elastico per non evitare che vi scivoli via.

 
Lasciate alle spalle le prime delusioni, diamo uno sguardo a ciò che abbiamo acquistato. La cosa più evidente sono le dimensioni, notevolmente ridotte (13×4,5×1,5cm), del prodotto. Qui sopra potete vederlo al fianco di un vecchio Creative Muvo e di un HTC Diamond. Altro particolare non di poco conto è il peso, poco più di 90 grammi, batteria inclusa. Davvero molto molto leggero.
 

Facilmente accessibili, troviamo sulla parte frontale del registratore i tasti per l’avvio della registrazione, l’arresto ed il play. Poco più in basso abbiamo ulteriori quattro tasti per la regolazione del volume, il cambio traccia e l’accesso al menù. Sopra il logo Yamaha è collocata un led di stato che si illuminerà di rosso durante la registrazione e di verde durante la riproduzione. I caratteri su schermo restano nitidi e leggibili in qualsiasi condizione. Certo, uno schermo poco poco più largo non avrebbe guastato, anche in virtù delle numerose funzioni da tenere d’occhio.

  
Sul retro del prodotto abbiamo il supporto per i normali treppiedi da foto/videocamera, utilissimo sia per chi vorrà utilizzarlo per la registrazione di lunghi convegni o per udienze in tribunale. Incluso nella confezione troviamo inoltre l’adattatore per la staffa da microfono, nel caso si voglia usare quella come supporto.
A fianco è presente l’alloggiamento della batteria, una semplice stilo AA da 2000mAh.
Più in alto è collocato un utile selettore “hold/charge” che permette di disabilitare i controlli principali.
  
Ai lati del registratore abbiamo lo slot per l’alloggiamento della microsd, una porta miniusb per le operazioni di ricarica o il collegamento al pc, entrambe operazioni che consiglio di fare senza collegare l’apparecchio, ed i restanti tasti funzione.
In particolare, sul lato sinistro i selettori:
– ALC (Auto Level Control) on/off, funzione utilizzata per ridurre automaticamente la distorsione dei suoni. Utile durante le conferenze o in sede d’intervista
– MIC SENS high/low, come intuibile, si tratta della sensibilità del microfono
Alla sinistra dei due selettori troviamo l’ingresso per le cuffie.
Sul lato destro è presente l’ingresso per il collegamento di un microfono esterno, il pulsante d’accensione e quelli per il controllo delle cartelle, oltre ai già citati ingressi miniusb e slot microsd. Piccola nota per l’eventuale microfono esterno: è consigliabile utilizzarne uno autoalimentato, perché la potenza in uscita non è tantissima…
Posizionati in alto ci sono i due microfoni ed una sorta di barra in metallo, molto scenografica, che serve a proteggerli (allora anche in Yamaha sanno che, senza laccetto, è destinato a fare numerose cadute :P ).
I microfoni sono posizionati ad un’angolazione di 90°, l’uno rispetto all’altro. Questa caratteristica, secondo Yamaha, dovrebbe:

« fornire un’immagine stereo naturale e sorprendente con una risposta precisa e uniforme a tutto campo, da sinistra a destra, senza variazioni di livello e anomalie di fase che normalmente si verificano nei comuni microfoni stereo.»

Che non ci sono variazioni di livello tra i due canali è vero. Che ciò non avvenga con altri registratori pari-prezzo, ho più di un dubbio.
Passando alle funzioni software del Pocketrak CX, l’ho trovato estremamente semplice da utilizzare e configurare. Dalla sensibilità del microfono (40 livelli) al tipo di file da produrre (WAV: 48/44.1Khz; MP3: 320/192/128/64/32 kbps), il controllo è tutto nelle vostre mani. Compresa la possibilità di dividere il file automaticamente, per semplificare le operazioni di editing degli stessi.
La qualità delle registrazioni è ottima. Nel video ho inserito delle situazioni un po’ “al limite”, come la pioggia, i grilli o la registrazione di una telefonata senza il vivavoce attivo, perché registrare una normale conversazione o una conferenza è davvero qualcosa che il Pocketrak CX riesce a fare, bene, senza sforzi.
Un discorso a parte ci tocca per la batteria Eneloop.
Che la Sanyo abbia girato qualcosa alla Yamaha s’intuisce dall’attenzione che la seconda ha posto per le batterie della prima. Oltre a trovare il “powered by” ovunque, anche nel menu ci viene consigliato di selezionare il tipo di batteria inserita, se Eneloop o di altro tipo. Il motivo di questa esigenza? A pensar male si fa peccato, ma spesso….
L’autonomia è di oltre 20 ore per la registrazione in WAV e di oltre 40 per quella in MP3 (memoria permettendo).
Nel complesso il Pocketrak CX si è rivelato essere un ottimo registratore. Pratico, maneggevole, semplicissimo da usare, è stato all’altezza delle prove a cui è stato sottoposto. Il prezzo, circa 300 euro (meno su Amazon, date un’occhiata giù), riporta alla premessa iniziale. Se vi serve un buon registratore, da utilizzare per diversi anni, penso sia una spesa del tutto giustificata e che a questo prezzo non trovereste di meglio. Come si suol dire, la qualità si paga.
PRO:
– Dimensioni ridotte
– Leggero
– Performante
– Semplicissimo da utilizzare
– Usa semplici batterie AA
– Ottimo design
– E’ anche un ottimo lettore MP3
– Software Cubase in dotazione
CONTRO:
– Il laccetto!
– Dotazione un po’ deludente
Voto 96/100

Di Recensioni Vere

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2 risposte su “YAMAHA POCKETRAK CX”

The Pocketrak CX is a great choice for solo musicians and bands that need a no-nonsense recorder with quality built-in mics, but its features may be too basic for demanding users.

Grazie, quanto hai scritto mi ha aiutato molto nella decisione!

Max

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