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EDITORIALE

Piccola guida alla garanzia legale e commerciale in Italia

La garanzia è uno di quei fattori a cui non si pensa, se prima non si incappa nella consueta “fregatura”. Quando succede, ci accorgiamo di non avere le idee chiare, lo sanno bene sia i venditori sia i produttori, e alcuni di loro se ne approfittano! Come funziona la garanzia? Ci sono realmente 24 mesi? Ha ragione il venditore quando afferma: «Il primo anno è nostra e il secondo è del produttore»? Facciamo chiarezza!

La garanzia minima è di 24 mesi

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Le legge parla di “difetti di conformità”, detta più semplice: “difetti di fabbrica”. Il difetto di conformità può presentarsi subito o dopo un certo numero di utilizzi.

Se riscontrate un difetto di conformità, ovvero se il prodotto smette all’improvviso di funzionare senza che voi abbiate causato il danno, ci sono 2 mesi di tempo per far presente il problema.

Se lo scoprite allo scadere dei due anni, avrete comunque altri 2 mesi di tempo per dichiararlo, prolungando di fatto la garanzia minima a 26 mesi!

Il venditore non mi sostituisce il prodotto rotto, può farlo?

Purtroppo è un malcostume diffuso tra i venditori italiani. Malcostume che trova applicazione soprattutto quando questo si rivolge a fornitori stranieri, specie quanti si abbeverano al canale del cosiddetto “mercato parallelo”. È tutta malafede? Non proprio.

La legge parla di garanzia minima di due anni per i beni venduti al consumatore. I venditori, acquistando come liberi professionisti da fornitori “ufficiosi”, si vedono ridurre questa garanzia a un solo anno. Quindi diciamo che spetta soprattutto al venditore stesso tutelarsi in tal senso.


Per quanto riguarda noi consumatori, ci sono due possibilità:

1. Far valere comunque questo diritto nei confronti del venditore, che non può rifiutarsi di riparare/sostituire il prodotto difettoso.

Art. 130

Il venditore è responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità esistente al momento della consegna del bene

2. Contattare direttamente il produttore che, di norma, ha tutto l’interesse a non sfigurare e ad occuparsi direttamente della riparazione/sostituzione.

Ma, è giusto ripeterlo, la legge precisa che della garanzia legale debba occuparsene il venditore.

La garanzia commerciale

La garanzia legale è quella dei 24 (+2) mesi, stabilita dalla legge. Poi ci sono le garanzie commerciali.

Le commerciali possono essere fornite sia dal produttore che dal venditore e vengono spesso presentate come “estensioni di garanzia”. La durata di questo tipo di garanzia è stabilita da chi la offre e può non avere limiti. Alcuni produttori di RAM, per esempio, offrono una garanzia a vita sui propri prodotti.

Le garanzie commerciali sono, in genere, molto più precise rispetto alla legale, quindi leggete bene le condizioni. Se è vero che nessuna clausola può andare contro legge, è altrettanto vero che la legge in merito è un po’ annacquata e su alcuni punti potrebbero inserire delle furbate.

Oggi vediamo offrire molte estensioni di garanzia a fronte del pagamento di una tantum e, nella stragrande maggioranza dei casi, sono garanzie farlocche che servono solo a farvi spendere di più senza poi offrire alcuna tutela reale. Ripetiamo: leggete bene i termini delle garanzie commerciali!

Riparazione o sostituzione?

Sembra che tale scelta debba ricadere esclusivamente sul venditore o sul produttore, in realtà le cose non stanno proprio così.

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Sempre dall’art. 130:

Il consumatore puo’ chiedere, a sua scelta, al venditore di riparare il bene o di sostituirlo, senza spese in entrambi i casi, salvo che il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso rispetto all’altro.

Quindi la scelta spetta al consumatore e non al venditore.

Se il difetto è un’inezia, diventa irragionevole chiedere di sostituire il dispositivo. Se a rompersi è invece il pannello di una TV, per esempio, le cose cambiano ed il nostro consiglio è di non accontentarvi né di una riparazione né tanto meno della sostituzione con un prodotto ricondizionato.

Tempi di riparazione

Altro fattore importante sono i tempi di riparazione. Se questi dovessero causare degli inconvenienti al consumatore, ci sono delle alternative:

– Accordarsi per avere un prodotto sostitutivo, anche solo per il tempo necessario a compiere la riparazione
– Optare per un rimborso (quasi mai totale se, per esempio, l’avete utilizzato per più di un anno)
– Chiedere il rimborso parziale per il “disturbo”

La tempistica congrua e ragionevole di una riparazione non può superare i tre mesi per prodotti comuni quali un mouse, un monitor, una TV, etc.

È naturale che se a rompersi è un frigorifero, non potete restare un mese senza. Così come non si può stare un mese senza il PC utilizzato per lavorare o il monitor dello stesso. In questi casi o si sostituisce il prodotto in tempi rapidi o si chiede un prodotto sostitutivo in comodato d’uso.

Non fatevi mai incantare dai rinvii di settimana in settimana, perché quando i tempi sono estremamente lunghi c’è qualcosa sotto. Mai farsi problemi quando i propri diritti vengono violati e i ritardi causano disagi!

Come si calcola il disturbo da riparazione ritardata? Qui sta alle parti in causa stabilirlo, avviando un tentativo di conciliazione.

Il rivenditore dice che il danno è stato causato da me!

A meno che non abbiate inserito l’oggetto in un tritacarne, non l’abbiate smontato (rompendo i sigilli), non sia cascato dal quinto piano di una palazzina o non abbiate saldato dei chip al loro interno, tutti i difetti riscontrati nei primi 6 mesi (ricordate sempre il +2 di tempo per denunciare la cosa) sono ritenuti per legge difetti di conformità, deve essere il rivenditore a dimostrare che siete stati voi a causare il danno (con una perizia, non a parole). Passati i sei mesi, qualche spiegazione per esteso toccherà voi.

Mercato parallelo

Il produttore non risponde di malfunzionamenti manifestati in prodotti usati, prodotti ricondizionati e prodotti provenienti dal mercato parallelo.

Come si fa a sapere se il prodotto proviene da un canale non ufficiale?

Il metodo più semplice è acquistare da quei venditori inclusi nelle liste che molti produttori espongono sul proprio sito alla voce “dove acquistare” o “rivenditori ufficiali”.

Altro modo è quello di chiederlo esplicitamente al venditore, facendogli includere (e firmare) tale dichiarazione sul certificato di garanzia o in allegato allo stesso. Se il prodotto è costoso, fate la faccia tosta su questo punto e non rivolgetevi a negozianti dubbi per risparmiare pochi euro.

Usato e ricondizionato: garanzia ridotta a 1 anno

La limitazione della garanzia a un solo anno, non è sempre un tentativo di fregatura. Se parliamo di un bene che tende a deteriorarsi in tempi rapidi, allora tale riduzione è giustificata, soprattutto quando parliamo di beni usati e/o ricondizionati. Per una tastiera usata o per uno smartphone uscito 3-4 anni prima, avere 1 anno di garanzia è grasso che cola!

L’importante è sapere che per l’usato/ricondizionato non rispondono mai i produttori ma sempre i venditori. Se acquistate un monitor usato, non accontentatevi della parola e della stretta di mano, ma fatevi consegnare una prova d’acquisto e fate in modo che le condizioni dell’oggetto usato siano dettagliatamente descritte.

Ricordate inoltre che se il venditore privato può escludere ogni garanzia (non proprio sempre), il venditore professionale non può farlo e deve garantire il corretto funzionamento del prodotto per almeno un anno. Se il malfunzionamento vi ha causato dei danni, potete chiedere un risarcimento al venditore e, in alcuni casi, anche al produttore.

Dalle parole ai fatti

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In base alla nostra esperienza, è spesso più vantaggioso rivolgersi direttamente ai produttori, specialmente quando si effettuano acquisti attraverso piccoli negozi online.

Vale la pena notare che non tutti i marchi trattano i consumatori nello stesso modo. Alcuni offrono un servizio di ritiro a domicilio del prodotto difettoso e forniscono un prodotto sostitutivo in prestito, eliminando la necessità di richiederlo.

Un numero molto esiguo di marchi richiede solamente una prova fotografica del problema (come una foto del prodotto integro seguita da una foto dopo averlo danneggiato seguendo le loro istruzioni). Al contrario, molti marchi vi indirizzano verso numeri a pagamento, call center o centri di assistenza difficilmente raggiungibili, e in alcuni casi trattengono il vostro prodotto per lunghi periodi, giustificandosi con scuse varie.

Di conseguenza, nel caso sfortunato in cui dobbiate richiedere una sostituzione o una riparazione del prodotto, è consigliabile avere una chiara strategia in mente fin dall’inizio.

Se necessario, approfondite la materia leggendo direttamente il Codice del Consumo, dimostrate di conoscere quali sono i vostri diritti e palesate il vostro sentirvi offesi quando vi contestano ciò che è scritto nero su bianco sul codice.

Non demordere

Hai avuto un’esperienza negativa con il venditore? La prima cosa da fare è esporre il problema al suo fornitore. Se anche il fornitore sembra ignorare le vostre lamentele, è il momento di rivolgersi direttamente al produttore.

E se il dipendente del call center sembra non riuscire a risolvere la situazione? Evitate di arrabbiarvi con lui; al contrario, inviate una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno al produttore, anticipando il contenuto tramite email.

Abbiate fiducia che, a meno che non sia chiaramente evidente che siete voi i responsabili del danno, saranno intraprese le azioni necessarie.

Quando spedite la raccomandata, è una buona idea includere anche un paio di associazioni dei consumatori come cointestatari, inserendo “per conoscenza” (p.c.). Questo aggiungerà un po’ di pressione dove è necessaria. Potete anche contattare le associazioni successivamente; non è obbligatorio inviare loro subito la lettera.

Buona fortuna!

Di Recensioni Vere

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