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EDITORIALE GAMING

Cyberpunk 2077 – Tra stampa e realtà

Lo diciamo subito, in apertura, Cyberpunk 2077 è un bel gioco ma non lo recensiamo. Preferiamo invece sensibilizzare sulla turpitudine che c’è dietro giochi come questo. Un compito più consono a RecensioniVere.com e che in pochissimi possiamo permetterci.

Il falso mito CD Projekt = buoni

Un mito che è valso fino a The Witcher 2, cioè fino a quando CD Projekt non ha iniziato a sparare marketing senza limiti con The Witcher 3, fino alla consacrazione definitiva con il volume di vendita enorme (4 milioni di copie nelle prime due settimane) che ne fa di fatto un grosso publisher con pochi scrupoli. La trilogia dello Strigo ha venduto 50 milioni di copie, di cui 30 il solo terzo capitolo (compresa l’impennata post serie Netflix).

Se qualcuno vuol giustificare le pratiche scorrette di marketing, resta difficile restare impassibili di fronte alle testimonianze dei dipendenti, costretti a turni assurdi per oltre un anno durante lo sviluppo di Cyberpunk 2077.

Il male del fanboysmo

Pochi ricorderanno i bug all’uscita di The Witcher 3, perché c’era comunque quest’aura di sviluppatore buono che meritava supporto. Per rinfrescarsi la memoria basterebbe andare a scorrere i lunghissimi changelog dei fix dei primi mesi.

E anche chi non ricorda i bug, ricorderà sicuramente la storia del downgrade su PC. Quando CD Projekt smentì l’evidenza, dicendo che non c’era stato nessun downgrade per diminuire le differenze tra la versione PC e quelle per console, i fanboy (ovviamente in gran parte bot di campagne virali) fecero il giro di forum, social e siti web sostenendo che quella era la verità assoluta.

Essendo questa verità assoluta smentita dalla semplice realtà dei fatti, CD Projekt tornò sui suoi passi e ammise che il downgrade c’era stato e che avrebbero consentito di sbloccare tutti gli effetti bloccati su PC, oltre a piazzare texture migliori.

Con Cyberpunk 2077, in qualche modo, CD Projekt ha parzialmente imparato da quella esperienza, concentrandosi sullo sviluppo per PC che poi sarebbe stato semplice portare anche sulle nuove console. Di contro ci sarebbero state ovvie schifezze sulle “vecchie” console e sui “vecchi” PC.

Cyberpunk 2077 e la presunta mancanza di tempo

Quelli del buzz marketing ovviamente spingono tanto tanto sulla mancanza di tempo. Ma Cyberpunk 2077 è un gioco annunciato nel 2012 e uscito quasi nel 2021. Hai avuto nove anni, un budget enorme e dipendenti a non finire per pubblicare un videogioco. Se non ci riesci, se avevi bisogno di ulteriori rinvii, significa che CD Projekt è gestita male e che il suo management dovrebbe prendere la via della porta senza buonuscita.

Non siamo tutti ricchi

Non tutti i possessori di console possono permettersi una nuova console all’uscita. Men che meno quelli che avevano già acquistato gli aggiornamenti delle vecchie console (Pro e One X).

Non tutti i possessori di PC possono permettersi un upgrade del PC o della sola scheda video. Men che meno quelli che avevano già acquistato una mid range 2-3 anni fa.

Non tutti i videogiocatori sono ricchi.

Questo è qualcosa di cui nessuna testata specializzata, al mondo, tiene conto. Così come non ne tengono conto gli intrattenitori social e le creaturine che invece di giocare stanno h24 a tentare di blastare gente.

Cyberpunk 2077 è un gioco che ha requisiti alti per via della scarsa ottimizzazione. Oggi, rispetto all’uscita, ci sono dei tool di terze parti che permettono un’esperienza gradevole senza trasformarlo in un titolo a 16 bit. Su PC. Sulle console della generazione passate c’è solo il rimborso.

Di questo particolare dovrebbero tenere conto i recensori, perché parliamo di un videogioco, di qualcosa fatto per arrivare alla gente e intrattenerla. Dato che ha buone texture ma tecnicamente ha lacune che manco Kingdom Come, per non parlare della scarsa interazione con l’ambiente, capiamo perché c’è stato un rogo di code di paglia…

Conquistare la statuetta

Alcune testate e qualche influencer hanno passato un paio di settimane a rispondere alle critiche, come se fossero rappresentanti della Cd Projekt, di Cyberpunk 2007 o sindacalisti. E con quanto vigore l’hanno fatto!

Alcuni sono arrivati a scrivere: «Ok, non ha questo, quello, quell’altro e nemmeno quella cosa là, però è perfetto uguale». Praticamente a un passo dal dire: «Non puoi rubare un jet ma nemmeno a Fifa puoi farlo, eppure nessuno critica Fifa per questo!». E le giustificazioni per gli orrendi modelli infantili? Il delirio!

Il punto è che, come già evidenziato con Kingdom Come e come spiegato nel nostro “Come funziona?”, la stampa specializzata non è distinta dagli intrattenitori. Per publisher, sviluppatori, gente di marketing, non c’è differenza tra chi fa informazione e chi accumula view ruttando in video. Questo significa che, pur senza contrattino, devi attenerti alle stesse istruzioni, pubblicare subito materiale e soddisfare i PR.

Quello che costa farli scontenti è semplice: meno materiale, meno inviti, meno chiavi e zero gadget. Quando si parla di colossi, si parla di gadget limitati che su eBay rivendi fino a 1000 euro, come la statua nell’immagine, distribuita nel 2018. Per molti è ben oltre una mensilità netta di stipendio.

Bethesda docet

Errare è umano, perseverare è diabolico. Bethesda ci ha insegnato che, quando sei all’apice, te ne freghi della base di gamer e punti solo a spremerli. Skyrim, Fallout 4 e Fallout 76 sono l’esempio perfetto. Ma anche Sports Interactive, con la sua annuale patch da 60 euro, non scherza.

CD Projekt oggi è su quei livelli. Se con Cyberpunk 2077 sta accelerando i lavori è solo perché ha superato troppi limiti e ungere influencer non basta più. Ci sono cause su cause su cause. E poi i risarcimenti, il ban dallo store Sony e i lavori sulla parte multiplayer che rischiano di essere sprecati se la fan base si esaurisce. Senza contare il contraccolpo su GOG.

Oggi CD Projekt è chiamata a scendere dal piedistallo e seguire tutt’altro modello, per esempio quello dei ragazzi di Hello Games, con il loro No Man’s Sky profondamente patchato a costo zero. Nessuna DLC, nessun supporter pack, tanto lavoro extra per consegnare il prodotto che avevano promesso.

Ma non lo faranno mai. Sarà più semplice per loro tentare dei weekend gratis su Steam, con gioco in forte sconto, oltre alla solita offerta della chiave GOG per chi acquisterà una VGA Nvidia.

Se andrà male anche questa strada, ci sono Epic Games e Humble Bundle. Il modello di distribuzione da publisher che punta esclusivamente all’incasso è sempre lo stesso, per tutti.

Cyberpunk 2077 è un gioco che parla anche di CD Projekt!

Quanta ironia c’è dietro alla produzione di un gioco incentrato sulle imprese avide, sfornato proprio da una di esse? Progetti lanciati e poi annullati. Licenziamenti. Abusi. Marketing sleale. Pubblicità ingannevole. Addirittura slealtà nei confronti degli influencer sodali, a cui non hanno passato le versioni console per evitare che qualcuno lanciasse un monito.

Noi siamo incappati in un game breaking bug dopo 38 ore di cazzeggio, ben lontani dal portarlo a termine, mentre le recensioni mainstream sono arrivate nel giro di 24 ore reali dalla ricezione della press copy. Oppure c’è chi addirittura si vanta di averci passato “ben 30 ore”, abituati come sono a recensire dopo massimo due. Stiamo parlando di questo. L’inganno è qui.

E qui torniamo da dove siamo partiti: Cyberpunk 2077 è un bel gioco ma non lo recensiamo. Ci siamo detti che la pandemia avrebbe dovuto renderci migliori. Più sensibili. Più uniti. Ciò non può prescindere dal togliersi i paraocchi e smetterla di far finta che sia tutto ok, che gli sviluppatori siano tutti uguali, che sia tutto normale. Non è così. CD Projekt ha sbagliato. È oggettivo. Chi si è comportato, si comporta o si comporterà alla stessa maniera riceverà lo stesso giudizio.

Di Recensioni Vere

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