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Recensione Huawei P Smart

«Huawei ha lanciato un nuovo smartphone di fascia media». Una nota stampa che rimbalza da giorni e a cui nessuno più fa caso, perché abbiamo perso il conto di quanti ne abbia lanciati nell’ultimo anno. Questo è però il primo del 2018, soprattutto il primo prenotato da noi, quindi eccovi la recensione del Huawei P Smart!

Prime impressioni

pellicola Huawei P SmartLa primissima impressione, appena tolta la pellicola sul retro, non è stata delle migliori. Qualcuno aveva scritto che era un unibody in alluminio, dalle foto sembrava unibody, dal vivo si vede benissimo che non è così. La parte superiore e inferiore sono in plastica. In quella inferiore notiamo subito la micro-USB al posto della USB-C e siamo già fuori dal 2018. Altro dettaglio che ha fatto storcere il naso è la pellicola protettiva. Quando la compriamo economica, ci aspettiamo che non sia delle dimensioni esatte del nostro telefono, ma quando è inclusa no. Non te lo aspetti. E invece… Pazienza, vediamo com’è “dentro”, che poi è quello che più conta.

Nero: perché sì e perché no

Ma prima ci tiriamo un bel paragrafetto sulla colorazione. Huawei P Smart è disponibile in oro, blu e nero. Abbiamo scelto il nero perché i bordi neri sullo schermo si notano meno. C’è questa moda del falso borderless, per cui si riducono le cornici e si scoprono questi bordi neri del display. Ovviamente non è bordless e non è nemmeno bello da vedere. Per giunta avevamo dimenticato che l’alluminio verniciato di nero si graffia con un niente. E, quando la vernice è la stessa delle bombolette da 2 euro, trattiene le ditate. Ma tanto con quelle camere sporgenti la cover è d’obbligo, quindi vedete un po’ voi.

Prestazioni

imbarazzante_bonolis[section label=”Prestazioni”]Nessuno si aspetta di comprare un razzo quando acquista un telefono di fascia media. E infatti Huawei P Smart da subito non ha deluso le nostre poco rosee aspettative. Non è un telefono dallo scatto fulmineo ma resta performante quanto i rivali nella stessa fascia. Si riesce a navigare agevolmente, lasciare un bel po’ di roba in multitasking e giocare più o meno a tutto. Le prime ore. Già, perché dopo qualche ora il telefono comincia a laggare e impuntarsi. Anche quando si esce dallo standby a volte sembra che dica: «E dai! Altri 5 minuti!», riuscendo a dare problemi persino nella composizione degli SMS.  Ha 3GB di RAM, non è per niente normale che si comporti così.

Batteria

[section label=”Batteria”]La situazione peggiora quando si prova qualche giochino un po’ esigente come Asphalt 8, perché il telefono scalda subito. La batteria ne soffre iniziando a perdere carica come se stesse effettivamente alimentando i motori di quelle auto. Huawei P Smart è buono per Candy Crush e simili, evitate giochi che consumano risorse. Il problema non è la batteria ma il resto dell’hardware: è perfettamente normale che in un forno la batteria duri molto meno. Con un utilizzo base del telefono, cioè telefonate, social, qualche video e un po’ di musica, riusciamo tranquillamente ad arrivare a sera partendo dalle 7 di mattina. Quindi batteria promossa.

Display

ampia visione Huawei P Smart[section label=”Schermo”]Senza tornare sui brutti bordi neri, è un 2:1, trend del momento, e ciò non significa “ampliare la visione”. Huawei non poteva scegliere slogan peggiore. Avere un 2:1 significa avere problemi con le tantissime APP che non si sono adattate a questo formato e che, potenzialmente, non lo faranno mai. Inoltre è scomodo leggere le notizie online, per non parlare degli ebook. Un telecomando è senza dubbio comodo da impugnare ma lo usi senza neppure guardarlo, non lo fissi migliaia di volte al giorno. Insomma la visione è ristretta, una visione a mandorla, e perciò è scomodo. Almeno per noi. Non sappiamo come si comporti sotto la luce naturale diretta, per via dell’assenza di sole. Aumentando la luce artificiale fa qualche riflesso di troppo. Con 428 ppi, i pixel si notano appena.

Audio

[section label=”Audio”]L’audio è mono, basso e strozzato come i primi smartphone resistenti all’acqua. È dotato di radio FM e per questo gli perdoniamo i pessimi auricolari in confezione. Se vi fosse capitato uno smartphone con radio FM senza auricolari, cosa avreste pensato? “Eh ma potevano includerli, anche se cheap!”. E l’hanno fatto. Scadenti come un pannello della Cooler Master ma ci sono. I tasti per il volume, quelli no. La qualità delle telefonate, non in vivavoce (metallico) e non con gli auricolari inclusi, è ottima.

Fotocamera

[section label=”Fotocamera”]Di quella frontale non parliamo proprio. La doppia fotocamera, 13+2MP, ci ha colti un po’ di sorpresa. Se la utilizzate come “punta e scatta”, la resa è appena sufficiente. Se invece vi prendete quei 30 secondi in più per regolare lo scatto, otterrete dei risultati sopra la media per questa fascia di prezzo. È qualcosa che si era già visto con i Sony anni fa ed è un problema di software. Possiamo bocciare la fotocamera per il software? Secondo noi, no. Piuttosto bocciamo il software di Huawei. Sony alla fine non migliorò il software, lasciando monche le fotocamere, vedremo cosa faranno quelli di Shenzhen.

Piccola nota: Le fotocamere sporgenti non sono una scelta di design. Non è qualcosa che può piacere o non piacere. Significa semplicemente che monta moduli fotografici datati.

Interfaccia

[section label=”EMUI”]Huawei P Smart porta in dote EMUI 8, che non è molto diverso dal 5 e fargli fare questo salto numerico è un’ovvio specchietto. La versione pulita di Oreo sarebbe stata più apprezzata. Tante funzioni presenti hanno una controparte maggiormente ottimizzata e funzionale sul Play Store. App Twin, per citare quella forse più utilizzata, non è paragonabile a Parallel Space o ad App Cloner.

Prezzo

Il rapporto qualità-prezzo è ciò che penalizza fortemente questo P Smart. Un telefono che scalda così facilmente, con fotocamere strozzate dal software e problemi di stabilità non può essere piazzato a 259 euro. Senza bisogno di guardare alla concorrenza, un P8 Lite 2017 condivide molti difetti ma è più stabile e costa 100 euro in meno. Nel momento in cui hai difficoltà a competere con degli entry level, che tu stessa produci, come si fa a prezzare così il P Smart? E, soprattutto, che bisogno c’era di un altro telefono che non riesce a distinguersi dagli altri?

Voto 68/100

Di Recensioni Vere

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