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Pastelli a olio Paul Rubens | Recensione

La nostra recensione dei morbidi pastelli a olio Paul Rubens era nell’aria da un po’ di tempo, come sapranno quanti ci seguono su YouTube. Li abbiamo provati a lungo. Ci sono pregi e difetti molto netti e ci è sembrato doveroso condividere le nostre impressioni.

La recensione comprende diversi video e non è detto che risulteranno visibili su smartphone da Discover, Google News, Bing Notizie, etc. Consigliamo la versione desktop.

Indice

Introduzione

Shanghai Aowen Painting Materials è un’azienda cinese con un background notevole. Fondata nel 1998 da You Jianghai, ha dato vita a due rinomati marchi nel campo delle belle arti: Paul Rubens e Gucai. Questi marchi, oggi ben riconosciuti anche in occidente, hanno guadagnato una considerevole notorietà.

Nel 2008, il marchio Paul Rubens ha visto la luce sottoforma di colori a olio per artisti. In un’espansione naturale, nel 2012 il brand ha introdotto anche una linea di acquerelli. Tuttavia, i feedback iniziali non erano del tutto positivi, con alcune tonalità che sembravano approssimarsi più a guazzi che a veri acquerelli. Successivamente, il brand ha rivisitato e migliorato questi prodotti. Non sappiamo dirvi quanto siano migliorati.

Tornando ai pastelli a olio oggetto della recensione, bisogna attendere fino al 2021 per vederli finalmente debuttare sul mercato. Caratterizzati da una consistenza estremamente morbida, da dimensioni generose e da un prezzo ragionevole, hanno suscitato subito l’attenzione grazie a una strategia di marketing ben congegnata. Come spesso accade, però, molti monetizzatori molta confusione.

Confezione

L’intera gamma dei pastelli a olio Paul Rubens comprende 144 colori venduti in 3 diversi set: base (48 colori), perlaceo (36 colori) e tinte pastello (60 colori). Questi sono i tre set principali che si trovano ovunque, poi ci sono anche altre versioni: da 12/24/72 colori, un po’ meno diffuse.

Noi abbiamo acquistato il set base Paul Rubens da 48 colori. Che in realtà sono 51! 48 + 2 metallizzati + 1 bianco aggiuntivo.

La confezione è una robusta scatola di cartone, incellofanata, che misura 31,6 x 25,7 x 2,6 cm. Si chiude molto bene e non si piega sotto il peso dei pastelli.

Sul retro della confezione sono riportate alcune caratteristiche dei colori tra cui la forte adesione del colore alla carta. Ci torneremo dopo.

Per quanto riguarda i due QR code portano a spazi WeChat che ignoriamo. Le scritte in cinese sono praticamente identiche a quelle in inglese. L’unica parte non tradotta riguarda lo standard cinese GB21027 che è in linea con quello europeo sul limite delle sostanze tossiche/metalli pesanti.

Aperta la confezione c’è un foglietto illustrativo che riporta l’elenco dei 144 colori disponibili e alcune tecniche dei pastelli a olio. A coprire i pastelli c’è uno strato di spugna economica ma efficiente. Non ci sono profumazioni particolari né cattivi odori.

Il foglietto riporta anche la resistenza alla luce, le stelline, secondo lo standard pluripremiato “fidati di me“. Non sono purtroppo indicati i pigmenti utilizzati. Per tanti motivi questa informazione è più importante di nomi e stelline.

I pastelli sono anch’essi alloggiati in una spugna non troppo densa ma efficiente. Li abbiamo presi su Amazon, sono stati spediti in un semplice sacchetto di carta e sono arrivati in perfette condizioni.

Considerando che i pastelli a olio spesso richiedono quantità considerevoli di bianchi, abbiamo optato per l’acquisto di una scatolina aggiuntiva, sempre della linea Paul Rubens. In questo caso, il packaging presenta una differenza evidente, tendendo verso una soluzione più economica: è composto da un cartoncino sottile e un vassoio di plastica. Tuttavia, un aspetto positivo da sottolineare è la possibilità di acquistare i bianchi separatamente.

Il pastello sott’olio Paul Rubens

La dimensione dei pastelli è generosa: 7 cm di lunghezza x 1,2 cm di larghezza.

Ogni singolo pastello è munito di etichetta con codice numerico e nome colore; non riporta i pigmenti. In etichetta è stranamente presente anche il marchio C E, prettamente cosmetico perché non serve.

I pastelli a olio sono composti da pigmento e olio, con una piccola quantità di cera a dare consistenza. I Paul Rubens potrebbero invece essere i primi “pastelli a cera sott’olio”.

Sono talmente saturi di olio che affiora attraverso le etichette. Gli unici pastelli asciutti sono i bianchi. Potreste pensare che è normale in estate ma non è così, ne abbiamo tanti e solo i Paul Rubens sono completamente unti.

Praticamente è come se in estate sudassero. La fonto con l’unto sono i Paul Rubens al male, questa sotto i PR in collina. Temperatura di qualche grado più fresca.

In origine, avevamo pensato che i pastelli fossero andati a male, per la combo unto+grumi enormi. Per essere certi, abbiamo provato a contattare il produttore, ma senza risposta. Abbiamo quindi chiesto conferma a qualche youtuber e tutti hanno confermato i grumi, qualcuno anche la *sudorazione*. Dipende definitivamente dalle temperature e resta un unicum di questo prodotto, perché nessun pastello a olio *suda* col caldo.

La consistenza

Essendo “pastelli sott’olio”, la consistenza è estremamente morbida. Sono i più morbidi mai provati. Alcuni di questi pastelli si avvicinano alla consistenza di un rossetto. E sono talmente delicati che è molto difficile lavorarci, perché vengono via a pezzetti.

pastelli a guazzo

Data la consistenza di molti pastelli a olio Paul Rubens, sarebbe stata perfetta una soluzione in stile rossetto. Una soluzione già molto diffusa tra i pastelli a guazzo per bambini, segno che non è molto costoso adottarla.

Se siete tra quanti adorano spezzare i pastelli, magari per usarli di lato, questi non vanno bene: si spiaccicherebbero come plastilina, soprattutto i gialli (#147 e #233).

Paul Rubens: più morbidi e i più collosi

È giunto il momento di tornare a quella “forte adesione sulla carta” riportata in confezione. In effetti si pasticcia molto con questi pastelli.

Le famose “briciole” sono abbondanti e spesso giganti. Veri e propri pezzetti di pastello restano appiccicati sulle superfici.

Dipingere con colori troppo morbidi e collosi può essere un’esperienza frustrante.

Molta attenzione va prestata anche durante le operazioni di pulizia. Dimenticate i tovaglioli di carta perché la carta si strappa e resta attaccata! Vanno strofinati su un cartoncino oppure, se c’è tanto sporco, meglio raschiare con la spatola.

Se usate i guanti in lattice per strofinare col ditino, questi devono essere di ottima qualità, altrimenti si romperanno.

Mancanza di omogeneità

In tutti i set di pastelli, di qualsiasi marca, avremo una leggera disomogeneità tra i colori. Dipende dal tipo di pigmento. Con Paul Rubens si passa da un eccesso all’altro. Ci sono pastelli così morbidi da deformarsi tra le dita e altri così duri da creare dei solchi sui dipinti. Ci sono colori ben pigmentati e altri praticamente trasparenti come una candela. In molti casi la sensazione è stata quella di avere dei pastelli a cera misti con quelli a olio.

Tratteggi e sovrapposizioni con i Paul Rubens? Scordatevelo!

Sappiate che molto morbido su molto morbido restituisce un risultato pasticciato. Di solito i pastelli molto morbidi vanno sull’ultimo strato e non devono sovrapporsi tra loro.

Paul Rubens: i colori

Nel valutare la vivacità dei colori vi consigliamo di usare lo schermo di un PC o una TV, fosse pure del 1986, qualsiasi cosa sarà probabilmente meglio della maggior parte degli smartphone in circolazione.

Nella confezione abbiamo un buon mix di caldi e freddi, vividi e muti. Ci sono abbastanza tonalità per la ritrattistica e anche per le marine. Per i paesaggi rurali e boschivi, nonché per fare fiorellini, i verdi non sono idonei. Da considerare anche l’assenza di un nero profondo. Si chiama nero carbone ma sembra un marrone molto scuro.

I colori ben pigmentati sono, purtroppo, proprio pochi. Servono più passaggi per avere una buona copertura.

Mescolanze

Le mescolanze sono difficiline da fare e danno risultati mediocri. I colori sono spenti e un po’ fangosi. Problema tipico dei pastelli con troppi pigmenti diversi.

Scrivere quali pigmenti sono stati utilizzati serve soprattutto a evitare di mescolare tra loro pastelli con 3-5 pigmenti diversi. I responsabili della fanghiglia.

In mezzo ai mediocri ci sono anche pastelli molto buoni, capaci di affermarsi con grande opacità anche su nero. Questi saranno circa una decina, 1/5 del totale, è poco.

Come reagisce al diluente?

I pastelli a olio sono realizzati con oli che non asciugano mai. Pertanto, i dipinti realizzati con questi pastelli non si asciugano mai completamente. Per sfumare i pastelli a olio, alcuni artisti usano un pennello e un diluente. Tuttavia, questo metodo non è consigliato per diversi motivi.

Innanzitutto, i pastelli a olio Paul Rubens sono già carenti di pigmento. Quando si usa il diluente, questo pigmento viene ulteriormente diluito, rendendo i colori meno intensi. In secondo luogo, questa “cera adesiva” si attacca alle setole del pennello e si raggruma, peggiorando il risultato. Altro strano particolare: satura velocemente la boccetta di diluente usata per pulire il pennello. Siamo davvero curiosi di capire che tipo di cera è stata utilizzata.

Paul Rubens e impasto

Una tecnica molto pubblicizzata con questi pastelli a olio è quella dell’impasto. Cioè il realizzare dipinti poco dettagliati ma molto materici. L’impasto è famoso nella pittura a olio e solitamente non si usa con i pastelli per una ragione semplice: i colori a olio asciugano, i pastelli a olio no. Il dipinto andrebbe posto immediatamente dietro un vetro, con cornice profonda e a prova di polvere. Anche i fissativi per pastelli a olio sono inutili sui materici.

Ciò detto, è divertente realizzare effetti con questa tecnica usando i Paul Rubens. Anche mescolare i colori con la spatola, prima di applicarli, diverte e favorisce il processo creativo.

Un’alternativa simile (ma che asciuga) sarebbero gli oil sticks, che sono colori a olio veri e propri, ma costano infinitamente di più!

Come domare i Paul Rubens

C’è una tecnica, con i pastelli a olio, per creare un fondo luminoso e sfumato. Consiste nel passare un primo strato di pastello bianco. Sottile e ben uniforme, aiutandosi con dei tamponi in cotone, quelli che si usano per il trucco, leggermente imbevuti di diluente.

Nel caso dei pastelli a olio Paul Rubens, lo strato di bianco serve anche a domare le briciole e uniformare l’adesione. Sullo strato bianco i pastelli scivolano, l’attrito è ridotto, e lo sono anche i residui.

È un semplice foglio d’agenda passato col bianco, sembrano altri colori, più pigmentati. Niente brutti residui!

L’unico problema resta il dover isolare i colori più duri, perché rilasceranno troppo poco pigmento sul bianco. Vedete la differenza tra questo azzurro e il blu di prima…

Il fatto che il bianco sia bianco di titanio dona questo effetto di maggiore lucentezza. La confezione dei bianchi è molto valida, siamo contenti di averla presa.

Altra accortezza particolare con i pastelli a olio Paul Rubens è la scelta della superficie. In molti (troppi) utilizzano carta per pastelli secchi, o addirittura per acquerello, con i pastelli a olio. Con questo medium non andrebbero utilizzate carte che assorbono, perché assorbono l’olio. La carta ingiallisce, i toni si spengono, la brillantezza va via ed è molto probabile che si sviluppino crepe.

Prezzo e stranezze

Il prezzo è un po’ una grana. Quando il set da 48 pezzi costava 25€, i Paul Rubens erano un affare. Circa 50 cents a pastello. Pastelli belli grandi. Oggi, a 37€, quasi 80 centesimi a pastello, siamo a un prezzo da pastelli semi-professionali e i Paul Rubens non lo sono.

Anche il prezzo della confezione dei bianchi è da monitorare! Al momento su Amazon sono volati a 13€ per la confezione da 6 (>2€ cad.). Troppo!

Ma c’è un dettaglio strano: si trovano a meno, anonimizzati.

Scrivete “pastelli a olio bianco” su eBay, Amazon o su Wish e tenete d’occhio gli sconti, si trovano spesso a 5-6€, spediti dalla Cina. Il brand non è riportato, è nascosto, ma sono loro. I nostri bianchi vengono da Wish e sono originalissimi.

Vale anche per i pastelli non bianchi. Aguzzate la vista.\

Conclusioni

I pastelli a olio di Paul Rubens sono molto particolari. Si amano o si odiano, senza mezze misure.

Per il neofita, abituato a pastelli durissimi, possono rappresentare una gioia perché ci si diverte molto. È un primo approccio verso il pastello serio e la forte adesione consente di giocare facilmente anche su superfici metalliche e vetro (ricordate che non asciuga).

Per lo studente non sono l’ideale, perché non si impara a usare i pastelli a olio con i Paul Rubens. Troppe particolarità, troppi toni sporchi, niente pigmenti…

L’artista sarà prima deluso e poi divertito, perché si ritrova la voglia di pasticciare con un medium più o meno economico. Alla fine è una sfida: trova usi alternativi e traine il meglio.

Nell’introduzione vi abbiamo accennato al fatto che questa azienda ha una buona storia alle spalle ed è solita migliorare i prodotti. Magari con la prossima linea di pastelli riusciranno a limare qualche difetto e diventare un punto di riferimento. Per farlo occorrerà anche una maggiore vigilanza sull’andamento dei prezzi.

PROCONTRO
+ Ottimo packaging, a prova di Amazon
+ Spronano la creatività
+ Bianchi venduti separatamente
+ Una decina di pastelli TOP…
– …Una decina su 50…
– Collosi, briciolosi e bisunti
– Non indica i pigmenti
– Prezzo ballerino

VOTO 73/100

Recensione Paul Rubens Haiya? Alternative?

Non acquisteremo i nuovi Haiya poiché, da un confronto avuto con chi ce l’ha, condividono molti difetti degli originali. I difetti principali sono i medesimi: briciolosi e collosi. Andare a spenderci 50€ per avere la copia di un set già in nostro possesso non ha alcun senso.

Se proprio volete provare i pastelli Paul Rubens, gli Haiya risulteranno sicuramente un po’ più morbidi perché più recenti, più freschi. Gli altri sono in giro da un pezzo.

Alternative? Oggi molti marchi cheap, compresi quelli citati nel nostro vecchio speciale, hanno messo in commercio pastelli a olio “extra soft” che sembrano identici ai Paul Rubens, se non più morbidi, mantenendo sempre tante briciole e la collosità. Questi sono solitamente più economici.

Di Recensioni Vere

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