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Recensione Gamdias Zeus P1 RGB

La recensione del Gamdias Zeus P1 RGB sarà un po’ diversa dai nostri standard e arriva dopo oltre sei mesi di test! Perché questo trattamento speciale? Nel corso degli ultimi anni si sono moltiplicate le cinesate da gaming e serviva un test approfondito per capire davanti a che tipo di prodotto ci troviamo. Lo abbiamo usato, abusato, sezionato: solo per voi! 

Confezionamento

[section label=”Confezionamento”]Un bel packaging è indubbiamente un buon modo per attirare l’acquirente. Brand come Razer ci hanno costruito sopra la propria fortuna. Gamdias deve saperlo bene e ha curato il design della confezione nei dettagli (solo all’esterno però).

Tutte le informazioni utili sono ben disposte su fronte, retro e lato sinistro della scatola. Il cartoncino è semirigido, ruvido, con elementi patinati in rilievo. All’interno della confezione c’è un cartoncino rigido che mantiene in posizione centrale il mouse Zeus P1, protetto da un blister in plastica. È presente anche una guida rapida all’installazione, scritta in 12 lingue, tra cui l’italiano. 

Qualità dei materiali

[section label=”Materiali”]La parte superiore del mouse è in plastica  leggermente ruvida, per favorire il grip, molto piacevole al tatto. Ai lati e sul bordo inferiore è presente un unico inserto in gomma. Gomma classica, non quella “vellutata” solita. Vantaggi? Pur essendo meno piacevole al tatto, scivola meno grazie alla zigrinatura. Inoltre non ha ancora fatto la classica fossetta che i mouse vellutati sviluppano in pochi mesi. Qui sotto vedete il dettaglio della gomma del mouse e come diventa il vellutato dopo qualche anno.

C’è stata cura dei dettagli anche qui, per la zigrinatura, per il pezzetto di gomma alla base che favorisce il claw, la posizione dei pulsanti, il contatto dorato dell’USB, il lungo (1,8m) cavo rivestito e la sua fascetta.

gamdias zeus p1 rgb cavo

Design

gamdias zeus p1 rgb 1

[section label=”Design”]Mouse inequivocabilmente pensato per destrimani. Abbiamo apprezzato il dettaglio della piccola cunetta sui lati dei pulsanti. È qualcosa a cui non avevamo nemmeno fatto caso durante lo spacchettamento ma che abbiamo notato dopo qualche settimana di utilizzo, mettendo mano su un altro mouse. Normalmente le dita, in particolar modo il medio sul pulsante destro, tendono a slittare fino a sconfinare. Cioè fino a non toccare più uno dei tasti. Con le cunette questo non accade perché le dita si fermano proprio lì.

Quale grip?

Come tutti i mouse fondamentalmente piatti, è un palm grip. Il leggero rigonfiamento sul dorso può facilitare l’adattamento al claw grip. Resta scomodissimo per un fingertip, quasi inutilizzabile, perché le dita vanno a toccare la base dei pulsanti. Difficili i micro movimenti con la claw, impossibili col fingertip. Insomma è un palm grip fatto e finito.

Dentro il Gamdias Zeus P1

[section label=”Hardware”]Ci accontentassimo delle “impressioni”, fareste fatica a distinguerci da chi promuove recensisce cinesate tutti i giorni. E poi è un mouse da gaming: gli switch tocca guardarli per forza.

Switch Huano

Il primo dato è che lo Zeus P1 è equipaggiato con switch Huano. Bianchi con involucro blu i due principali e rossi per i secondari. I Huano nell’involucro blu (da non confondere con i Huano blu) hanno una corsa leggermente più lunga e sono duretti, perfetti per gli FPS e dove è richiesta precisione. 

Sensore PixArt

Il marchio è usato, tra gli altri, da: Asus, SteelSeries, Coolermaster e Razer. Ovviamente il sensore fa la differenza, anche di prezzo e questo è considerato di fascia media. 

La scocca

La scocca non presenta nessuna struttura particolarmente sottile, tagliata male o con cattivi incastri. Anche dall’interno, quindi, il Gamdias Zeus P1 sembra un mouse fatto per durare a lungo.

Il software

[section label=”Software”]Il software è simile a quello di altri brand conosciuti dai videogiocatori e offre ampi margini di personalizzazione. 

Abbiamo trovato pulita e funzionale (anche se un po’ spartana) l’app per lo smartphone. L’app va sincronizzata con il software per PC e permette di selezionare i profili, oltre a cambiare gli effetti, direttamente dal telefono. 

12.000 DPI: servono?

[section label=”DPI”]Il dibattito si trascina da anni e non sarà RecensioniVere a metterci una pietra sopra. Senza dubbio c’è del marketing ma c’è anche un fondo di verità che quanti cercano facili consensi non ammetteranno mai. 
La leggenda narra che i PRO giocano a 400 dpi e che per nessun motivo sforano gli 800. È vero: negli FPS è meglio abituarsi a 400 dpi, perché serve grande precisione. Ma quanti giocatori professionisti ci sono? Se giochi, periferiche, software fossero realmente basati su di loro, fallirebbero tutti i produttori. La maggior parte dei videogiocatori vuole svagarsi e trovarsi subito a proprio agio. Tutti i problemi ricollegati all’alta interpolazione sono nulli quando a 400 dpi ti sembra di star spostando una montagna. E poi c’è un altro piccolo dettaglio: tonnellate di bellissimi titoli non FPS. 

Sintesi massima: a che servono?

Servono, al momento dell’acquisto, per essere certi di avere un mouse che offra un’esperienza simile a quello che utilizzato in precedenza. Per esempio chi è abituato ai micro movimenti non può fare a meno di utilizzare mouse con tanti dpi e fatica a utilizzare un mouse “normale”. 

Conclusioni

[section label=”Conclusioni”]È leggero, preciso, comodissimo per il palm grip e gli 8 pulsanti sono tutti semplici da raggiungere. Brand più famosi praticano prezzi tra i 60 e gli 80 euro per mouse simili, mentre Zeus P1 costa intorno ai 40 euro. Un bel risparmio per un prodotto che ci ha saputo stupire. Eravamo partiti con tanti preconcetti, invece Gamdias ha svolto un ottimo lavoro con questo Zeus P1!

Voto 85/100

gamdias zeus p1

Di Recensioni Vere

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