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Recensione Ember

Ember è un gioco di ruolo che si rifà ai grandi classici per PC, cercando di mettere sul piatto più caratteristiche possibili ma senza approfondirne nessuna. Ci aveva incuriosito molto e visto il prezzo non abbiamo saputo dire di no.

Partiamo subito specificando a chi consigliamo questo titolo: amanti dei gdr che non hanno tempo di giocare ai gdr. Oggi, fortunatamente, escono molti più giochi di ruolo rispetto a una decina di anni fa, quando il genere era visto come qualcosa di nicchia, qualcosa che poteva ottenere il successo della critica ma si sarebbe trovato a vendere poco. Il problema di quanti li giocavano negli anni ’90 e nei primi anni 2000 ha un nome noto, si chiama tempo. Pillar’s è un giocone, ma è lungo e profondo, troppo per chi non può passarci le notti. Lo stesso vale per Tyranny, The age of decadence, lo stesso Skyrim e via discorrendo.

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Ember ha tutto: una buona storia, dei compagni di avventura, location ben disegnate, qualche centinaio di libricini da leggere per conoscere mondo e creature, quest principali e secondarie, crafting, mining, fishing, skills e stats. Ciò che lo rende diverso, anche nel prezzo, è l’estrema semplificazione del tutto. I libri sono tanti ma brevi. Non c’è un albero delle abilità, queste si ottengono attraverso i pezzi di equipaggiamento. Il crafting è un po’ da survival: raccogliete i materiali, comprate le ricette, vi recate alla forgia, al campo, alla macchina da cucire, etc. e piazzate gli elementi dentro la finestra. Non c’è una skill apposita. Si possono craftare pozioni, cibo o pezzi di armatura. È un inserimento interessante ma, visto il limite di oggetti trasportabili, si finirà per utilizzarlo solo per le pozioni. Mining e fishing sono limitati a un click sugli appositi nodi che, come i mostri, non respawnano; quindi non c’è farming.

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I compagni di avventura saranno tre, di cui due selezionabili, una maga, una ladra e un guerriero. Non esistono classi vere e proprie, sarà così possibile creare un personaggio misto livellando le classiche stats. L’healer non è stato menzionato perché non c’è e non serve, l’abilità è praticamente su quasi tutti i copricapo presenti nel gioco. I comandi sono classici: ci sposteremo cliccando sul terreno e attaccheremo cliccando sul nemico. La barra spaziatrice permette di mettere in pausa il gioco in modo da poter pianificare qualche piccola strategia, necessaria nei combattimenti più ostici (non è un gioco difficile ma nemmeno qualcosa ai livelli di un hack&slash).

E la storia? La storia non è nulla di originalissimo ma è ben scritta, approfondita attraverso i libri, e non ci sono buchi nella trama. Ci risveglieremo senza sapere chi siamo, con vicino un monaco che ci chiama Lightbringer e dice di far presto perché dobbiamo salvare il mondo. Chi sono i Lightbringer? Cosa sono queste Ember? Le prime domande che dovranno trovare risposta, attirandoci in una trama piacevole ma, purtroppo, mai coinvolgente.

Nel complesso, Ember è un buon gdr che può essere finito nel giro di 20 ore insieme a tutte le quest secondarie. Non è noioso, mai, anche grazie agli spostamenti veloci e agli indicatori sulla mappa. Il comparto grafico, lo vedete, non è eccezionale né dettagliata ma le zone sono rifinite con cura, il mondo è popolato, comprese le foreste, solitamente lasciate senza fauna anche nei più quotati tripla A. Il prezzo è di 10 euro, per questa ventina di ore passate piacevolmente. A noi è sembrato un vero affare!

Voto 85/100

Di Recensioni Vere

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