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Tesla Effect: A Tex Murphy Adventure | Recensione

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Tesla Effect è il sesto capitolo della serie disegnata e interpretata (!) da Chris Jones: Tex Murphy. In un’era videoludica in cui si sta puntando decisamente sull’effetto nostalgia degli ultratrentenni, non poteva mancare il ritorno dell’investigatore sarcastico e un po’ pasticcione per eccellenza. Se pochi ricorderanno i primi, non certo esaltanti, due capitoli della serie, pochi avranno dimenticato il terzo: Under a Killing Moon. Per l’epoca fu una vera e propria rivoluzione: textures in alta definizione, ben 16MB di Ram sfruttati, 4 CD e sequenze in full motion video. Insieme a The 7th Guest, fu uno dei primi videogiochi a sfruttare questa tecnica, contribuendo a fare da apripista ad altri titoli famosissimi: Phantasmagoria, Ripper, Gabriel Knight 2.

L’ottimo gameplay e la storia coinvolgente fecero il resto, consegnando a Tex Murphy un posto privilegiato nella storia dei videogiochi. Con The Pandora Directive (1996) e Overseer (1998), Tex ha continuato ad avere successo ma ci sono voluti ben 16 anni per rivederlo sui nostri monitor e, soprattutto, per avere le risposte rimaste in sospeso dopo il finale. Overseer infatti non ha avuto un finale aperto ma spalancato, con tanto di scritta «to be continued…», e dopo tutto questo tempo chi ci sperava più?

Per questo lieve ritardo possiamo ringraziare Microsoft che dopo aver acquisito la Access Software ha respinto ogni proposta fatta per dare un seguito all’ultimo capitolo. Nel 2008 Chris Jones e Aaron Conners fondano la Big Finish Games e riacquistano i diritti sulla serie e i suoi personaggi, oltre ad assumere alcuni ex dipendenti della Access.

Così nel 2009 fa capolino “Project Fedora” ma il budget per realizzare un titolo degno della serie non si trova e il progetto resta nel cassetto per altri tre anni. Nel 2012 il team decide di rivolgersi (attraverso Kickstarter) direttamente ai fan per contribuire allo sviluppo del gioco quasi alla pari: BFG avrebbe finanziato il progetto con 300 mila dollari mentre ai supporter ne chiedeva 450 mila. Come era prevedibile, la richiesta d’aiuto fu accolta e raccolse oltre 650 mila dollari in un anno.

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Nonostante il titolo sia quindi un sequel, non c’è alcun bisogno di aver giocato il capitolo precedente per immergersi in Tesla Effect. Chris Jones e il team di Big Finish Games hanno fatto un ottimo lavoro nel rendere il titolo accettabile per il nuovo pubblico e allo stesso tempo rendere felici i vecchi fan. Solo accettabile?

Sì, partiamo subito dai difetti. Il ritmo del gioco non decolla mai, anzi tende a ridursi ancora di più verso la fine, quando alla lentezza si può aggiungere un po’ di frustrazione nell’esplorazione di un paio di livelli. Al problema del ritmo blando si aggiunge quello della componente grafica al di sotto della mediocrità per quanto riguarda gli ambienti. D’altro canto, nonostante il budget limitato, per BFG non c’erano altre vie se non questa per realizzare il seguito di Tex, essendo FMV+3D la formula più amata dai fans.

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Ad elevare il tasso tecnico ci pensano proprio i filmati di buona qualità, oltre all’ottima fluidità (ci mancherebbe) e la degna colonna sonora. Gli eventi di Tesla Effect si collocano a 7 anni di distanza da Overseer, con Tex che si risveglia nel suo ufficio all’hotel Ritz con strani segni sul braccio, una ferita in testa ed enormi buchi sulle pareti. Non ricorda nulla di quanto accaduto e nulla dei passati 7 anni, così toccherà al giocatore scoprire cos’è successo.

Chris Jones continua a essere perfetto nel ruolo di Tex e lo scambieremmo senza dubbi per un attore se non sapessimo che di professione fa il game designer. Il resto del cast è invece un po’ ballerino con alcuni interpreti adatti al ruolo ed altri troppo caricaturali. La biondona femme fatale, per esempio, presenta tutti gli stereotipi classici ma non ha 20 anni né 30, così diventa del tutto ridicolo come personaggio. Per altri invece non è stato fatto un buon lavoro col trucco, che si nota fin troppo data la buona definizione dei filmati.

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Il gameplay riesce a mantenersi sui livelli dei titoli precedenti, nonostante una evidente deriva casual e il pixel hunting se deciderete di disattivare l’evidenziamento degli oggetti utili. Da parte nostra ve lo sconsigliamo perché alcuni oggetti si perdono – proprio a livello cromatico – all’interno dei fondali e sono difficili da individuare anche quando vi ci trovate sopra con la torcia. Non c’è molto altro da dire su Tesla Effect, anche per non rovinare le sorprese andando a spoilerare stralci di questo capitolo o del precedente.

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Se non siete fan della serie, provate la demo prima di acquistare il gioco. Questo è il miglior consiglio che possiamo darvi, perché sia il contrasto grafico che le meccaniche di gioco in generale possono essere un brutto colpo per i giocatori di primo pelo. Per i fan invece lo raccomandiamo caldamente.

Già dai primi minuti di gioco ci si rende conto che è proprio il buon vecchio Tex Murphy quello che è tornato, non solo visivamente ma anche per il tipico sarcasmo. Inoltre sparsi per i livelli ci sono innumerevoli easter egg nostalgici per rivivere qualche stralcio delle passate avventure (presenti da poco anche su Steam).

Per completare l’avventura godendosi ogni finale si impiegano oltre 20 ore. I finali multipli possono cambiare per alcune sfumature, come di consueto, ma anche radicalmente e questo gioca a favore della longevità. Nel complesso quindi il prezzo di €19.99 ci pare adeguato, senza dimenticare che tra pochi giorni partiranno i saldi di Steam!

Conclusioni

Un acquisto obbligato per i fan

OK

  • È proprio il vecchio Tex!
  • Confezionato su misura per i fan
  • Buona la prova recitativa
  • Sottotitoli in italiano

NO

  • Fondali scarni e tecnicamente indietro di almeno un decennio
  • I 16 anni si fanno sentire per alcuni personaggi
  • A tratti frustrante verso il finale

Voto 78/100

Di Recensioni Vere

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